La pesca a feeder è una branca della pesca a fondo che prevede l'utilizzo di un pasturatore (“feeder” in inglese). Come molte altre tecniche, nata inizialmente per insidiare numerose specie di acqua dolce è stata poi applicata anche in mare con ottimi risultati. Spesso viene definita anche pesca a ledgering e, per evitare confusione si riferisce al Ledgering (Ledger Fishing) come alla tecnica madre, la classica pesca a fondo di origine anglosassone, e al Feeder Fishing come una sua derivazione, caratterizzata appunto dalla sostituzione del piombo con un feeder e dunque dal passaggio ad una pasturazione che si effettua dunque tramite un apposito accessorio. Per il resto, ad oggi, le attrezzature sono pressoché identiche.
Giusto per chiarezza, la pesca a fondo dalla spiaggia con attrezzature medio-leggere prende il nome di Beach Ledgering, ma è più parente del Surfcasting che del Ledgering di matrice anglosassone.
In questa tecnica di pesca il vettino della canna svolge una funzione di segnalazione che potremmo paragonare, concettualmente, a quella svolta dal galleggiante per chi pratica la pesca al colpo. La giusta scelta è dunque fondamentale.
Un vettino molto sensibile è in grado di trasmettere ogni minima tocca, per contro in condizioni di corrente o turbolenza risulta eccessivamente mobile.
La pesca a feeder è sostanzialmente una pesca a fondo. Scegliendo il giusto pasturatore e la giusta montatura si può praticare un po’ ovunque benché i fondali rocciosi con alto rischio di incaglio siano tra i più difficili da affrontare.
Gli spot migliori sono rappresentati dall’interno dei porti (ove la pesca sia consentita) o da zone simil portuali, dalle spiagge medio-profonde, dalle scogliere artificiali (che spesso si affacciano su fondali sabbiosi o misti) e dall'ultimo tratto dei corsi fluviali (o canali) che sfociano a mare.
Le prede dipendono dallo spot, dal tipo di esca e pastura e dal tipo di approccio spaziando dagli sparidi (orate, saraghi e occhiate in prevalenza), ai cefali (specie a method feeder), fino alle spigole.
Molto sta nella giusta scelta delle attrezzature, delle montature e nella massima precisione di lancio. Le prime garantiscono l’azione di pesca più corretta, le seconde la miglior presentazione dell’esca (in relazione alle particolari condizioni, al tipo di pesce e alla pasturazione) e l’ultima la massima concentrazione dei pesci nella minor area possibile.
La pesca a feeder rispetto ad altre discipline di pesca a fondo è forse la più dinamica. Si rendono infatti necessari lanci frequenti, determinati per lo più dal tempo di scaricamento del pasturatore (che dipende dal tipo di pastura). Salvo casi particolari le lunghe attese sono poco proficue ma, al contrario, si cercherà di trovare il giusto ritmo onde evitare che l’esca rimanga troppo tempo isolata o sia rimossa dalla zona di pesca quando la pastura sta ancora esercitando il suo effetto attrattivo.