La pesca a bolentino rappresenta certamente una delle tecniche di pesca dalla barca praticata da lunghissimo tempo, che ha evoluto le proprie attrezzature, ma che infine mantiene inalterati i propri principi e le proprie regole. Originariamente questa tecnica prevedeva la classica lenza a mano, mentre oggi si ricorre alla tradizionale canna da natante, quindi ad una conoscenza di base si è aggiunta una scrupolosa preparazione tecnica. Dipendentemente dal tipo di fondale la fauna ittica varia notevolmente, ma non mancherà di certo il divertimento e a volte arrivano grosse sorprese. L’obiettivo è far raggiungere il fondale dall’esca aiutandosi con un piombo, dove la portata si aggira sui settanta grammi. Per praticare la pesca a bolentino è di fondamentale importanza ancorarsi su di una secca con un dislivello che va da 60 a circa 200 metri. Un ulteriore possibilità è l’appostamento su fondali molto profondi (400-500 metri), ma che auspicano il sussidio di veri e propri motori per il ritiro delle lenze. A meno di conoscenze tramandate di generazione in generazione, è di notevole importanza l’osservazione dei dati dell’ecoscandaglio: se lo strumento rileva una secca pianeggiante, la posizione per la pesca è di secondaria importanza, ma se viene rilevata una secca con andamento roccioso o montagnoso, è consigliabile calare la lenza proprio in prossimità di un forte dislivello (scalone). Nella scelta del punto più adatto, un’importante considerazione va fatta in relazione alla corrente sottostante, anche se non proprio tutte le secche non permettono tale possibilità.

Questa tecnica viene praticata durante le prime ore del giorno fino a tardi mattinata e dal pomeriggio sino al crepuscolo e la regola che il pesce di taglia staziona dove l’acqua è più profonda vale solo per le persone con poca esperienza, perchè alle volte negli anfratti di una secca può capitare di allamare qualche grossa sorpresa..

La pesca a bolentino prevede l’utilizzo di esche come gamberi, sarde, acciughe o calmari consentendo di catturare svariate specie ittiche come pagri, pagelli, serranidi, sogliole e gallinelle su fondali sabbiosi, mentre su fondali rocciosi si possono allamare saraghi, gronghi, cernie e grandi spigole. La canna che viene utilizzata è di circa 3-5 metri con un cimino molto sensibile che non deve ostacolare lo svolgimento della lenza dalla bobina del mulinello, segnalando con meticolosa precisione l’abboccata, dando così al pescatore la possibiltà di ferrare con prontezza; deve essere, inoltre, leggera e allo stesso tempo rigida e resistente per contrastare le sfuriate del pesce allamato. Alla canna bisogna appaiare un buon mulinello a bobina conica fissa per agevolare lo svolgimento del filo e le caratteristiche specifiche che deve avere sono: una grande potenza, una notevole capacità di recupero, manegevolezza e scorrevolezza. Il monofilo da usare deve avere come prerogativa essenziale una bassa elasticità affinchè possa trasmettere meglio la ferrata del pescatore. Nella pesca a bolentino, il ruolo più importante di tutta l’attrezzatura, lo riveste la parte terminale della lenza, infatti un terminale costruito in maniera irrisoria, ma utilizzato con maestrìa, è da prediligere ad uno realizzato minuziosamente, ma nelle mani di un pescatore precipitoso. La lenza viene trascinata giù nei fondali da piombi con portate da 70 a 200 grammi e con l’aggiunta di perline fluorescenti adiacenti all’amo per aumentare la possibilità di catturare nell’oscurità sia in fase di discesa che di risalita; una cosa molto importante da fare è quella di non far calare la lenza a piombo del bordo della barca, ma bisogna stenderla un pò più in la, per evitare grovigli dei braccioli.

Il filo di nylon avvolto sulla tavoletta di sughero o di legno, rappresenta per quasi tutti i neofiti della pesca dalla barca, il primo contatto con fili ed ami, ma nonostante la sua apparente semplicità, è opportuno tallonare i pescatori con una solida esperienza, in maniera tale da poter recepire tutti i consigli di chi ne sa più di noi. Questo, però, non è una garanzia di assoluto successo, infatti la pesca a bolentino è strettamente personale in quanto si basa sulla sensibilità del braccio e dell’intelletto del pescatore, il quale difficilmente riesce a trasferirle con l’insegnamento a giovani pescatori. La bravura di colui, non è da affibbiare all’attrezzature ma semplicemente a doti d’intuizione, sensibilità e “senso dell’acqua” più pronunciati.